Il contratto di agenzia è una delle forme più diffuse di collaborazione commerciale, in quanto consente alle aziende di espandersi sul mercato, anche internazionale, praticamente senza bisogno di investimenti.

Data l'importanza di questo rapporto giuridico e con l'intento di unificare le legislazioni dei diversi Stati membri, l'Unione Europea emanò la Direttiva 86/653/CEE del Consiglio, del 18 dicembre 1986, relativa al coordinamento dei diritti degli Stati membri concernenti gli agenti commerciali indipendenti.

La Spagna recepì questa direttiva nell'ordinamento interno con la Legge 12/1992, del 27 maggio 1992, sui contratti di agenzia (di seguito LCA), entrata in vigore il 18 giugno 1992. Le disposizioni contenute in questa legge, che ha tra i suoi obiettivi quello di garantire diritti minimi agli agenti commerciali, che normalmente rappresentano la parte più debole del contratto, sono per lo più di natura imperativa, salvo le eccezioni espressamente stabilite dalla legge stessa.

Nonostante il tentativo di unificazione, non sono poche le differenze che tuttavia sussistono fra i vari Stati membri. Ad esempio, rispetto all’Italia dove gli agenti commerciali hanno l’obbligo di iscriversi all’Enasarco, in Spagna non esiste tale obbligo. Né in Spagna gli agenti sono tenuti ad iscriversi all’Albo degli agenti di commercio, che eppur esiste. Tale iscrizione, cosí come il titolo nazionale di agente commerciale sono facoltativi, anche se altamente consigliabili perché segno di professionalità verso le imprese che contratteranno i servizi dell’agente, nonché un ulteriore indizio che l’agente è davvero indipendente.  

Nell'articolo in PDF che potete scaricare gratuitamente, analizzeremo le principali caratteristiche del contratto di agenzia in Spagna e la sua interpretazione giurisprudenziale.